Zenga a ITV: “Champions fascino diverso. Dimarco? Se non si offende lo paragonerei…”

Walter Zenga ha analizzato la sfida in programma tra poco a San Siro tra Inter e Salisburgo: "Inter-Salisburgo mia miglior serata? Per me tutte sono state le migliori, ci ho messo sempre tanto cuore. Quella era la mia ultima serata ed è particolare come sentimento. Ho fatto una parata decisiva. Come ci si prepara ad una partita di CL? Hanno un fascino diverso, con lo stadio strapieno, la musichetta. Ci sono tanti piccoli particolari che sono diversi. La costante è avere una concentrazione elevatissima e questo è difficile perché si gioca sempre. Deve essere bravo lo staff tecnico a far sì che tutti i giocatori siano sempre al top. Il Salisburgo ha vinto la prima a Lisbona. La seconda l'hanno persa. Stasera la gioventù potrebbe essere un'arma in più per loro perché potrebbero incappare in una serata dove l'esuberanza e l'incoscienza danno loro una marcia in più".

"Con 5 cambi puoi cambiare l'inerzia della partita come è successo a Torino. Sommer sta facendo bene, non era facile sostituire Onana per come aveva contribuito alla stagione dell'Inter. Queste sono parate che un portiere del livello dell'Inter deve saper fare. Io mi concentravo sul pallone. Arrivavo con una preparazione mentale molto alta. Oggi arrivi nello spogliatoio e ci sono app dove tu guardi le caratteristiche degli avversari. Io guardavo sempre dove andava il pallone e rimanevo più attento e più concentrato. La base principale rimane che il portiere deve parare altrimenti ci mettiamo un centrocampista in porta. Se ha una leadership importante ancora meglio. Brehme è stato un compagno di squadra eccezionale. Dimarco? Se non si offende lo paragonerei alla mia carriera che è iniziata a Milano nella Macallesi. Federico è nel top nella sua categoria, sulla fascia sinistra. L'Inter arriva dalla finale di Champions League e deve per questo essere assolutamente rispettata. Diventa un'autostima per il gruppo. Ti dà la forza per poterci ritrovare. Non è detto che ci arrivi ancora. Ma ti dà la consapevolezza di essere un gruppo forte. E gli altri ti rispettano", ha concluso Walter Zenga.

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