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Ha parlato, e molto, di derby, Walter Zenga, intervistato dalla Gazzetta dello Sport: "Il mio derby più bello? Novembre ‘88, 1-0 per noi a casa loro, Serena di testa. La sintesi degli attributi quadrati di quella squadra: il mercoledì, perdendo in casa 3-1 con il Bayern, avevamo buttato agli ottavi una Coppa Uefa che potevamo vincere. La mia parata più bella? Finale della stessa partita, su Mussi. Se erano più belli i derby Zenga-Gullit? I miei li vivevo con tre stati d’animo: emozione, passione, senso di appartenenza. Forse oggi l’emozione è la stessa, anche per lo straniero più freddo, ma il resto non credo. Un ricordo che mi a lega a Gullit? Mille: ci frequentavamo anche fuori dal campo, Roberta e Cristina (Termali e Pensa, le rispettive compagne) erano amiche. Forse la prima volta che venne a casa mia: lo vidi in controluce sulla porta e pensai “Ma quanto è grosso?. Cosa pensai quando mi segnò il gol-derby più bello dei suoi ricordi, quello dell’aprile 88? Forse lui non ricorda un’altra cosa, quel giorno dalla Gazzetta presi 7: qualche parata gliel’ho fatta, anche perché non era uno che tirava poco. Molto più importante il gol di cinque anni dopo: se non mi segna quello, lo scudetto lo vinciamo noi. E se ci fossero stati i tre punti per la vittoria, forse l’avremmo vinto lo stesso. Il bello di Gullit? Era avanti con la testa. Ed era leale, come Van Basten, come Rijkaard. Per questo si inserirono bene nel clima di rispetto che c’era fra noi nazionali interisti e milanisti: ci si menava, ci si mandava a quel paese, ma sapevamo vincere e perdere"
(Gazzetta dello Sport)
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