"E' il nuovo allenatore del Cagliari da quando è stato sospeso il campionato. Sta quindi aspettando il suo momento. Walter Zenga, ex portiere nerazzurro, è stato ospite di Sportitalia e ha parlato del momento che sta vivendo il calcio italiano. «Il Ministro si è preso tempo per riflettere e prendere una decisione logica, valutando tutto. Da allenatore posso dire che non abbiamo capito perché i professionisti non possono allenarsi individualmente nei campi di calcio del centro sportivo. I giocatori sono fermi da inizio marzo. Riprenderebbero gli allenamenti insieme dopo due mesi e mezzo. Sarebbe anche alto il rischio degli infortuni. Chi decide deve tener conto di questi particolari. Queste due settimane potevano essere utilizzati per rimettere a moto i giocatori con allenamenti individuali specifici», ha detto.
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L'ex portiere nerazzurro ed allenatore del Cagliari ha detto la sua sul momento che sta vivendo il calcio italiano
«Se potessi parlare con il Ministro, nello specifico del mio ruolo, la decisione di non farli allenare in maniera individuale sui campi di calcio dei centri sportivi può essere rivista. Perché un campo da calcio può ospitare cinque sei giocatori con i distanziamenti giusti. In un parco andresti a contratto con la gente. E' più professionale riprogrammarlo individualmente in un centro e poi passare agli allenamenti di gruppo. Si tornerebbe a giocare a giugno e sarebbe difficilissimo dopo tre mesi senza partite e amichevoli», ha aggiunto il tecnico del club sardo.
«Sono d'accordo che dal calcio non si possa togliere il contatto. Al momento non ci sono date ufficiali. Se viene dato l'ok alla ripresa al 15 giugno è comunque un altro mese e mezzo senza gare. Se non sarà cambiata a livello di contagi, saremmo in una situazione complicata di vita piuttosto che di calcio».
SESSANTA ANNI - «E' difficile raccontare tutta la mia carriera sintetizzandola. Sono arrivato a Cagliari adesso. Le notti magiche è stata un'esperienza unica, puoi vincere o perdere, ma è fantastico. Ci sono esperienze ed emozioni, troppe cose. Non ho rimpianti, ho fatto una carriera straordinaria. Chiunque da bambino sogna di giocare e fare più di 400 gare con la squadra per la quale tifa. Sono felice del percorso che ho fatto. Se mi manca Inter in panchina? Quella te la devi meritare. Ho sentito di De Rossi che ha detto di voler allenare la Roma ma di avere un percorso da fare. E' bella questa cosa che ha detto. Un percorso poi ti può portare là vicino ma l'importante è avere sempre un obiettivo grande davanti. Se hai obiettivi piccoli meglio che resti a casa».
NUOVI ZENGA - «Due anni fa, quando allenavo il Crotone c'erano due portieri bravi. Meret della Spal e Cragno che giocava nel Cagliari. Ho lanciato Sirigu, allenato Viviano e ho conosciuto Brignoli. Tanti portieri bravi. Ma ci dimentichiamo sempre che Donnarumma ha appena 21 anni e ha fatto un botto di partita nel Milan. Non lo consideriamo giovane e forse lui è un tappo per i portieri italiani».
PANCHINA - «Non vedo perché ci dovrebbe essere un cambio e non lo dico con arroganza. Non ho mai allenato. Sono stato vicino in questi mesi, con contatti giornalieri, con la dirigenza e abbiamo creato un bel team. Poi ovviamente la teoria è bellissima, poi conta vincere e far si che la gente apprezzi la forza che fai perché vuoi vincere e ti proponi in una certa maniera».
NAINGGOLAN - «Se penso di perderlo? Radja fa bene a lanciare messaggi d'amore al club dove si è trovato meglio. Ci siamo sentiti nei giorni scorsi, quando mi ha raccontato Roma-Barcellona mi ha fatto provare delle emozioni. Sono fortunato perché nelle prossime partite è con me se dovessimo ricominciare».
LAUTARO MARTINEZ - «Considerando che Lukaku-Lautaro hanno fatto quasi alla perfezione e si sono trovati ad occhi chiusi, andrei su un profilo che possa integrare loro due anche perché probabilmente l'Inter avrà la Champions quindi più gare da giocare. Detto questo non credo che né Zhang né l'Inter abbiano bisogno di 110 mln. A seconda di come si giocheranno le prossime partite ci potrebbero essere valutazioni totalmente diverso rispetto a quelle che possiamo fare noi. Perché in questo caso cambiare con chi poi? Lautaro è giovane, in crescita. Quando sono andato a trovare Spalletti e lui non giocava ancora mi disse che lui è un numero nove fantastico perché ha forza, difende bene la palla, ha forza sulle gambe e io pensavo che Lautaro potesse essere un giocatore differente rispetto a quello che è diventato. Poi le valutazioni le farà Conte, non il presidente del consiglio, ma l'allenatore dell'Inter».
CINQUE BANDIERE NERAZZURRE - «Zenga, Beccalossi, Zanetti, Facchetti, Mazzola. Ma ce ne sono tanti che non puoi scegliere».
CENTROCAMPO INTER - «Come rimodellarlo? E' difficile nelle dinamiche di un altro club se non conosci condizioni e mentalità dell'allenatore. I centrocampisti dell'Inter quest'anno erano partiti molto bene perché Barella e Sensi avevano fatto grandi cose all'inizio, come con il Barcellona. Ha recuperato bene Vecino. Sicuramente dovrà fare qualcosa ma non sta a me dirlo, è difficile entrare in queste dinamiche».
(Fonte: SI)
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