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Walter Zenga ha una memoria da elefante. Il neoallenatore della Sampdoria che venerdì mattina verrà presentato, ci sono aspetti romantici che sembrano usciti dal libro Cuore. Intorno a sé l’ex portiere di Inter e Sampdoria, nonché della Nazionale a Italia ’90, ha voluto gli amici di una vita rimastigli vicini nonostante il lungo esilio sulle panchine romene, serbe, turche e degli Emirati. Il suo nuovo staff è un cerchio magico di gente che vede il calcio, ma anche la vita, i rapporti e il viaggio proprio come lui. Staff di globetrotter Il preparatore atleticoAlberto Bartali, di Pontedera, viene dai russi dello Zenit San Pietroburgo. Quello dei portieri Antonello Brambilla, lui di Vimercate, ha girovagato con Zenga sui campi di Romania e Arabia Saudita. Sono tutti globetrotter che come l’Uomo Ragno a un certo punto hanno preso un volo e si sono rimessi in gioco lontano per la curiosità e la voglia di non fermarsi. Mentre come suo vice Zenga ha scelto quello che a più riprese ha definito come «fratello maggiore». Gigi Cagni non ha allenato all’estero ma non ha nulla del classico vice. Dieci anni più di Zenga (65 contro 55), un lungo curriculum di panchine tra A e B (Piacenza, Verona, Genoa, Salernitana, Empoli, Parma, Sampdoria stessa), non sarà il semplice collaboratore che aiuta il sogna la serie B si affida a un portiere ventenne con la testa un po’matta e in difesa a un roccioso bresciano che non sbaglia un intervento. Quando il Viperetta Ferrero imbecca la ripresa della favola e chiede al neo tecnico: «Chi vuoi come collaboratore?». La risposta di Zenga riavvolge il nastro di 35 anni: «Voglio Gigi Cagni, ci ho giocato e lo conosco da una vita: può venire anche subito…». Detto fatto.
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