La causa davanti alla giudice Alima Zana è arrivata così alla conclusione nei gironi scorsi. Come appreso da Calcio e Finanza da documenti ufficiali, in particolare, secondo il Tribunale la delibera dell’Inter non è attaccabile da CCBA in quanto in particolare «con tale delibera non è stato in alcun modo revocato il diritto al compenso eventualmente riconosciuto in precedenza dalla stessa assemblea a Zhang», ma che anzi i soci «hanno dunque solo preso atto della scelta di Zhang di non ricevere alcun compenso».
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Zhang vince la causa contro i creditori e l’Inter sorride: non dovrà versargli alcuno stipendio
Inoltre, viene sottolineato come la rinuncia al compenso sia antecedente anche al contratto di finanziamento che ha portato al debito per Zhang verso CCBA, oltre alla «gratuità che sempre storicamente ha caratterizzato l’incarico di Presidente del C.d.A. dell’Inter, alla conferma di tale tradizione anche per gli amministratori nominati insieme con Zhang sin dal 2016 nel CdA e nel 2019 e al rispetto di tale prassi anche dopo la cessazione dalla carica del convenuto», considerando che il successore alla carica di presidente, ovverosia Giuseppe Marotta, non riceve compenso per la carica - prosegue il portale -.
«Dunque, la tradizione della società proprietaria dell’omonimo gruppo calcistico ha sempre mantenuto la gratuità dell’incarico di Presidente, quale titolo onorifico. In tale contesto, anche temporale, ritiene il Tribunale di escludere l’intento frodatorio del convenuto debitore, trovatosi – sin dal 2016, quattro anni prima del sorgere del credito per la cui tutela l’attrice agisce – in un contesto ove non percepire il compenso corrispondeva all’immagine del Presidente quale carica di prestigio in sé».
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