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Una sfida delicatissima e un crocevia per la stagione di Inter e Real Madrid. La gara di questa sera a Valdebebas assume un peso specifico elevatissimo. Il Corriere dello Sport presenta la sfida nell'editoriale firmato da Roberto Perrone:
"Zinedine Zidane e Antonio Conte vogliono scendere dall’altalena. Uno a spese dell’altro. L’avvio del secondo anno sociale con il Covid di mezzo è stato tribolato sia per il Real Madrid che per l’Inter: su e giù, avanti e indietro, sopra e sotto. In Champions League più sotto che sopra e stasera lo stadio dedicato ad Alfredo Di Stefano offre un inedito/inaudito spareggio tra i due vecchi compagni di Juventus. Non è contemplato neanche il pareggio, figuriamoci la sconfitta. Il Real Madrid ha un punto, a causa del colpo a sorpresa dello Shakhtar (capolista) a Madrid e del pari in rimonta a Moenchengladbach. Non proprio un percorso scintillante. L’Inter di punti ne ha due, frutto dei due pareggi, in casa con il Borussia e a Kiev con la sempre pericolosa squadra ucraina. Entrambe sono apparse il contrario di quello che ci si attendeva: fragili, farraginose, arrancanti.
La prospettiva è cambiata e Real Madrid-Inter è diventata una partita da “ne resterà soltanto uno”. Una situazione paradossale per due tecnici vincenti, per due colleghi di successo, per due vecchi amici. Zizou E VotAntonio sono stati compagni di spogliatoio, di discese ardite e di risalite, 131 partite insieme, uno con la vita da mediano a correre pure per il secondo, l’altro con un’esistenza da genio della lampada. Dei due, il predestinato alla panchina era Conte, l’uomo di fatica. Zidane, come tutti i nobili del football, appariva lontano dal ritornare a sporcarsi di nuovo nel mani con lo spogliatoio, a carriera in campo terminata. Non ci credeva nessuno che oltre a vincere tutto da giocatore, potesse ripetersi da allenatore, eppure eccole lì, nel suo ricchissimo curriculum, le tre Champions da tecnico, più tutto il resto. E chi dice che al Real è facile può consultare l’elenco di tutti coloro che la Coppona non l’hanno afferrata, Mourinho in testa.
L’ultimo incrocio in campo tra i due è avvenuto nella semifinale tra Juventus e Real Madrid del 2003, prevalse Antonio che andò in finale a perdere ai rigori con il Milan. Diciassette anni dopo, rieccoli, nemici di panca, alle prese con una partita che, se persa, potrebbe decretare per entrambi se non l’eliminazione (ricordiamo l’Atalanta 2019 che ribaltò tutto dopo tre sconfitte iniziali), di sicuro però un cammino accidentato, un sovraccarico di pressioni in una stagione già pressante. In 28 anni di Champions con la fase a gironi non s’è mai verificato che il Real uscisse al primo turno. Sarebbe un evento epocale. A Conte e all’Inter, distanti o uniti, è giù successo, l’ultima volta proprio un anno fa, ma non è certo una consolazione. Anzi. VotAntonio con l’Europa, parlando di manifestazioni calcistiche per club, ha un rapporto difficile, complicato, ma l’Inter non può permettersi un’altra eliminazione al primo giro. Soprattutto perché, a differenza del Real Madrid che, durante il mercato si è dedicato solo a cessioni e dismissioni (200 milioni in cassa), l’Inter ha rinforzato in modo considerevole la rosa di Conte. La Champions si può non vincere, ma non abbandonare così presto".
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