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Ziliani: “Juve condannata ovunque. 2 titoli tolti? Mughini si rallegri per quelli sinistramente rimasti!”

Alessandro De Felice

Il giornalista Paolo Ziliani, in una lettera a Dagospia, attacca Giampiero Mughini dopo l’ennesima accorata difesa del duo Moggi-Giraudo da parte dello stesso Mughini, evidentemente distratto e poco attento alle sentenze, che hanno...

Il giornalista Paolo Ziliani, in una lettera a Dagospia, attacca Giampiero Mughini dopo l'ennesima accorata difesa del duo Moggi-Giraudo da parte dello stesso Mughini, evidentemente distratto e poco attento alle sentenze, che hanno certificato l'esistenza di un'associazione a delinquere nel periodo di Calciopoli:

"Giampiero Mughini, tuo ospite fisso e prestigioso, nel suo ultimo peana a tinte bianconere celebra il ritorno della Juve “all’apice del calcio europeo” (leggi: finale di Champions il 6 giugno contro il Barcellona) sbarellando un po’. Con un’insipidezza che di solito non gli appartiene, Mughini scrive che un italiano su tre considera la Juve la sua fidanzata (sic), mentre due italiani su tre la considerano il Male Assoluto (le maiuscole sono sue).

“E lo dicono e lo ripetono senza vergogna, senza pudore: così un ottimo giornalista come Paolo Ziliani”, assicura Giampiero, di cui sono stato compagno di viaggio, dietro le quinte, nei dieci anni di “Controcampo” dell’era Piccinini. Ancora Giampiero: “Io da solo in tv a ripetere all’infinito che li reputavo delle teste di cazzo”.

E ancora: “Ci furono strappati dalla maglia due scudetti conquistati dopo aver surclassato gli avversari”, “il duo Moggi-Giraudo è stato il miglior gruppo dirigente che abbia mai retto una squadra di calcio in Italia”, “il dottore Umberto, quello che una volta aveva detto che Moggi è il nostro Maradona”, “(la Juventus) l’unico brand italiano del 1930 tuttora in voga” e altre trombonaggini che il Barone di Munchausen al confronto è Lord Brummel.

Per amore di verità.

1) Forse sarò anche una testa di cazzo per le persone che mi stanno attorno (anche se spero di no), ma certo non perdo sonno e tempo a pensare che la Juventus sia il Male Assoluto. Per me il male assoluto è altro, e basta sfogliare le prime pagina dei quotidiani per vederne svariate rappresentazioni. Se Mughini mi pensi così idiota, almeno su questo si sbaglia.

2) Ce l’ho così tanto con la Juventus che nel 1983, quando ero giornalista al “Giorno” di Vittorio Zucconi, con un’inchiesta durata mesi – a quattro mani con Claudio Pea – rischiai di mandare l’Inter in serie B denunciando il tarocco della partita Genoa-Inter 2-3. Ne nacquero un’inchiesta sportiva (per assolvere l’Inter venne addirittura introdotta l’insufficienza di prove non prevista, fino ad allora, nell’ordinamento sportivo) e un’inchiesta penale, al Tribunale di Genova, per la scommesse che giocatori e dirigenti avevano fatto su quella partita.

La storia l’ho scritta nel libro “Non si fanno queste cose a 5 minuti dalla fine” e non fu affatto facile, per un giovane giornalista di 28 anni, tenere duro in una giungla dove gli agguati arrivavano da ogni parte: giocatori che ti aggredivano, minacce di morte davanti a casa, colleghi di redazione che ti tradivano e cercavano di venderti, il presidente dell’Ussi che ti metteva alla berlina, insomma: un mondo di venduti attorno e tu che cercavi solo di raccontare la verità dei fatti.

3) A volte persone intelligentissime cadono in deliquio e perdono il senno al cospetto di una bella donna; a Mughini capita davanti alla Juventus. Che è il caso di ricordare, è stata condannata in tutti i gradi di giudizio in un’infinità di processi sportivi e (i suoi massimi dirigenti, l’ad Giraudo e il dg Moggi) in tutti i gradi di giudizio in un’infinità di processi penali. Forse i giudici, per un bizzarro caso, appartenevano tutti al partito della Juve-Male Assoluto; o forse, hai visto mai?, Moggi e Giraudo erano due lestofanti, ottimi dirigenti potenziali, magari, ma lestofanti.

4) Mughini continua a piangere sui due scudetti “strappati dalla maglia dopo avere surclassato gli avversari”, ma forse dovrebbe rallegrarsi per gli altri 5 dell’era-Moggi (94-95, 96-97, 97-98, 2001-2002, 2002-2003) rimasti sinistramente in bacheca. Al Tour de France, quando appurarono che Armstrong era un baro conclamato, gli cancellarono tutti e 7 i Tour vinti, dal 1999 al 2005. Nel Belpaese, invece, scoprono che Moggi è il ras degli arbitri e alla Juve tolgono due scudetti. Ma forse quella di Moggi è stata una sbandata, per 10 anni è stato un angioletto, un seminarista, una verginella, poi di colpo – un brutto giorno – si è svegliato, si è guardato allo specchio ed era Moggi.

5) Mughini ride quando sente raccontare di Moggi contiguo agli arbitri. Chissà, forse ha ragione. Di certo, in questi ultimi anni io ho ricevuto 8 querele dal mondo Moggi/mondo Juventus, 5 sono andate a giudizio e per 5 volte ho vinto, ma la cosa buffa è che spesso sono stato informato delle azioni legali intraprese ai miei danni da Moggi stesso. Che sulla sua pagina Facebook, per fare un esempio, un giorno testualmente annunciava: “Anche Tiziano Pieri e Massimo De Santis querelano Ziliani per diffamazione aggravata. Dopo Paolo Dondarini, che ha presentato una denuncia alla Procura di Bologna per il tramite dell'Avv. Gabriele Bordoni, gli avvocati Claudio Palazzoni per Tiziano Pieri e Paolo Gallinelli per Massimo De Santis hanno provveduto a denunciare Paolo Ziliani per diffamazione aggravata. Le procure interessate sono Lucca per quanto riguarda l'azione di Pieri e Roma per quella di De Santis”.

Insomma: chi l’ha detto che Moggi aveva fatto degli arbitri una sua scuderia? Chi l’ha detto che Moggi era in stretto contatto con loro?

6) In quanto a definire la Juventus “l’unico brand italiano del 1930 tuttora in voga”, beh, forse Mughini al gol di Morata ha esagerato con lo champagne. Restando all’orticello del calcio e tanto per dirne una, non c’è paragone – in Europa e nel mondo – tra il brand Milan e il brand Juventus. Il Milan vinceva Coppe dei Campioni negli anni ‘60 e ha continuato a farlo negli anni 80 e poi 90 e poi 2000. La Juventus invece no.

Sorvolando sull’Heysel (per eleganza, siamo in piena ricorrenza del 30° anniversario), la Juve ha vinto una Coppa dei Campioni giocata in casa e ai calci di rigore e poi ne ha perse un’infinità: per l’esattezza, assieme a Bayern e a Benfica è il club ad aver perso più finali di Coppe dei Campioni (o Champions), e quasi sempre da favorita. E’ successo 5 volte e noi, che non la consideriamo per niente il Male Assoluto, facciamo il tifo perché il 6 giugno non perda col Barcellona, stacchi tutti e raggiunga quota 6. E già che ci siamo, a proposito dello “squadrone dei Buffon-Cannavaro-Thuram-Emerson-Nedved-Ibrahimovic-Del Piero” che Mughini ricorda come la corazzata degli Invincibili: si vada a rivedere, Giampiero, il modo inglorioso con cui quella Juve (di Capello) si fece sbattere fuori dalla Champions da Liverpool e Arsenal, squadre di pippe, al confronto. Dopodichè, più che al brand, Mughini faccia un pensierino al brandy: ideale, a volte, per le digestioni difficili".