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Per spiegare la diversità di giudizi a seconda dell'episodio analizzato, Ziliani ricorda un Inter-Juventus di tre anni fa arbitrato sempre da Mariani: "Salvate il soldato Mariani. L’arbitro che avrebbe tutti i motivi, e le ragioni, per sentirsi innocente e non colpevole. Vittima e non carnefice. E sapete perchè? Perchè il 25 ottobre 2021, tre anni fa, si ritrova ad arbitrare Inter-Juventus. E a 4 minuti dalla fine, con l’Inter in vantaggio 1-0, in un’azione d’attacco della Juventus vede il piede destro di Dumfries incocciare la gamba sinistra di Alex Sandro ai limiti dell’area.
Mariani giudica che non ci sia fallo e con ampi gesti fa segno di proseguire. Avesse visto una scorrettezza, avrebbe fischiato punizione per la Juventus; e allora il VAR sarebbe intervenuto per mostrargli che il contatto era avvenuto dentro l’area. E quindi non era punizione, era rigore. il VAR gli dice che è fallo (anche se il protocollo lo vieta: solo l’arbitro può valutare l’entità di un contatto) e che è calcio di rigore perchè il contatto è avvenuto in area.
E succede così che Mariani è costretto a concedere un “rigorino” alla Juventus, che pareggia la partita. E nessuno ci capisce più niente. Perchè i “rigorini” non dovrebbero essere fischiati. E in ogni caso a decretarli dovrebbe essere l’arbitro. Non il VAR", scrive Ziliani che poi conclude così: "Trattasi come si vede del famoso protocollo à la carte del campionato italiano: un giorno è sacro, un giorno è buono per incartare il pesce. Salvate il soldato Mariani. I suoi capi lo mandano ad arbitrare in B ma sono loro che dovrebbero andarci: a vendere bibite e noccioline".