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Ziliani, attacco pesante: “Secondo voi è normale che un giocatore della Juve…”

Ziliani, attacco pesante: “Secondo voi è normale che un giocatore della Juve…” - immagine 1
La riflessione del giornalista sportivo su un episodio avvenuto in Juventus-Bologna
Redazione1908

Paolo Ziliani è tornato su un episodio accaduto in Juventus-Bologna. Il giornalista sportivo si riferisce al secondo tempo quando il Bologna era in vantaggio per 1-0 e l'arbitro Marchetti fischiava una punizione a favore del Bologna per un fallo commesso ai danni di Ndoye. Il giocatore è a terra, l'arbitro estrae il cartellino giallo per ammonire Motta che a bordo campo sta protestando. Ed è in quel momento che accade qualcosa di inaspettato.

Ziliani, attacco pesante: “Secondo voi è normale che un giocatore della Juve…” - immagine 1

"Mentre tutto questo accade, e il gioco è fermo, il giocatore numero 40 della Juventus, Rouhi, che sta rientrando verso la propria metà campo lancia con le mani il pallone all'indirizzo dell'arbitro colpendolo in pieno volto. L'arbitro non fa una piega, finge che nulla di strano sia successo e vedendo Motta che prosegue nelle proteste gli mostra il rosso e lo espelle. Domanda: secondo voi è normale che un giocatore, a gioco fermo, tiri il pallone in direzione dell'arbitro e lo colpisca al volto? Marchetti, nel momento in cui è stato colpito, era tra l'altro lontano dal punto in cui il gioco avrebbe dovuto riprendere, cioè dal punto in cui Ndoye era a terra: quindi non c'era un motivo che giustificasse il lancio del pallone verso la zona del campo in cui l'arbitro si trovava.


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E però, tutto è passato in cavalleria come se non fosse successo niente (o niente di strano). Tutto regolare. La Juventus perde. L'arbitro le fischia una punizione contro. Il suo allenatore protesta. Un suo giocatore lancia il pallone in faccia all'arbitro e nessuno, a cominciare dall'arbitro, dice: fermi tutti, qui c'è qualcosa che non va, hanno tirato un pallone in testa all'arbitro. No, va tutto bene. Come sempre succede là dove gioca il club con lo "straordinario brand" da difendere (cit. Gravina); là dove la Serie A diventa il Far West. Senza sceriffo, però", scrive Ziliani puntando il dito su un episodio caduto nel dimenticatoio.