Paolo Ziliani, giornalista del Fatto Quotidiano, ha utilizzato parole molto dure per raccontare il campionato di serie A con la Juventus in attesa di festeggiare il settimo titolo consecutivo: "Lo scudetto che laJuventus si è cucita ieri al petto - col Napoli fermato dal Torino ormai a meno 6 - rientra a pieno titolo tra i trionfi su cui sarebbe bene stendere un velo pietoso. Più che lo scudetto quel che andrebbe dimenticato è l'intero campionato: il torneo che nelle intenzioni avrebbe dovuto segnare l'inizio della Nuova Era del pallone italico grazie all'introduzione del Var, lo strumento che avrebbe dovuto mettere fine a un secolo di proteste e lamentele per gli errori arbitrali che in Italia non sembravano mai avere il timbro della genuinità."
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Ziliani: “Velo pietoso sullo scudetto della Juve, il calcio è morto ancora una volta”
Il giudizio durissimo del giornalista del Fatto Quotidiano a proposito del campionato che sta terminando
Ziliani rievoca il giorno di esordio del Var, il 19 agosto 2017: "Un arbitro aveva cambiato opinione, dopo aver consultato il Var a bordo campo, e aveva concesso un rigore di cui non si era accorto. La partita era Juventus-Cagliari, l'arbitro era Maresca e il rigore era stato fischiato a favore del Cagliari perché Alex Sandro aveva atterrato in area Cop. Le immagini parlavano da sole, tutti potevano vedere che le cose erano andate proprio così."
Il giornalista ricorda come subito dopo l'introduzione del Var arbitri e dirigenti della Juventus avessero provato ad opporsi al suo utilizzo: "Così senza che nessuno se ne accorgesse, all'età di due mesi il neonato Var venne ucciso nella culla (salvo piangere lacrime di coccodrillo e perorarne l'utilizzo in Champions dopo l'eliminazione della Juve al Bernabeu, attribuita da Agnelli a risibili errori arbitrali); solo che per farlo fu necessario eliminare anche il fratellino: e cioè il Regolamento. Che smise da allora di esistere, naturalmente solo per la Juventus. Correva la stagione 2017/18. Il calcio italiano moriva un'altra volta e un'altra volta nessuno diceva niente."
(Fatto Quotidiano)
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