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Italia, Zoff: “La rosa non è tutta da buttare. Mancini? Non c’è motivo di cambiarlo”

Dino Zoff

Intervistato dal Corriere della Sera, Dino Zoff ha commentato così il tracollo dell'Italia contro la Macedonia

Matteo Pifferi

Intervistato dal Corriere della Sera, Dino Zoff ha commentato così il tracollo dell'Italia contro la Macedonia.

L’Italia non andrà al Mondiale. Cosa abbiamo sbagliato?

«A non buttarla dentro. Abbiamo avuto occasioni e alla fine subìto. Lo sport è così. Questo è un passaggio veramente pesante, eravamo campioni d’Europa otto mesi fa e siamo caduti come non avremmo mai dovuto fare».

È la seconda eliminazione di fila, non era mai accaduto nella storia.

«Prima le difficoltà c’erano e si vedevano. Stavolta venivamo da un periodo straordinario, non mi riferisco solo alla vittoria degli Europei, prima ancora vincevamo e giocavamo bene. Poi abbiamo iniziato a zoppicare, però era un po’ nelle cose. Pensavo che passati questi mesi potessimo riprenderci, invece ci è anche girata male».

Ce la siamo anche un po’ andata a cercare? I rigori sbagliati con la Svizzera, il pareggio con la Bulgaria…

«In effetti sì. Succede dopo una grande vittoria di avere dei problemi. Abbiamo beccato un periodo non straordinario di forma di alcuni».

Dopo un’eliminazione così Mancini deve restare o dimettersi?

«Sinceramente non lo so, credo rimanga. È sempre campione d’Europa, poi dipenderà da lui, da loro. Però non vedo ragione per cui non ci sia più».

Dodici anni senza Mondiale sono tanti per l’Italia. Come si riparte?

«Sono tantissimi, non tanti. A parte il Mondiale del 1958 negli altri ci siamo sempre stati. Pesante lo è senza dubbio. Adesso non c’è niente da fare, bisogna ricominciare a lavorare e non distruggere tutto. La rosa c’è. In fondo sono quelli di otto mesi fa, non sono tutti da cambiare, da buttare via».

Soffrirà parecchio il calcio italiano per questa esclusione?

«Non ci fa certamente bene. Tenendo conto che anche in tutte le coppe siamo quasi fuori. Il calcio italiano soffre, al di là delle ragioni tirate fuori, dei discorsi sugli stranieri. C’erano anche otto mesi fa, ma la Nazionale ha vinto».

Paghiamo un campionato non di alto livello?

«Da noi è un po’ troppo spezzettato, leggero. È difficile avere dei ritmi buoni, in campo internazionale si viaggia di più. In Europa se lo scontro è regolare ci si passa sopra e si continua, da noi ci sono mille interruzioni, i cartellini, la Var fa più danni che altro».

Da portiere a portiere, Donnarumma qualcosina in più sul gol della Macedonia poteva farla?

«Ma no dai, ha fatto un bel tiro, l’ha messa all’angolino».

Siamo passati da essere campioni d’Europa ad andar fuori con la Macedonia, non proprio la più irresistibile delle Nazionali.

«Definisco l’eliminazione pesante soprattutto per quello. È una di quelle grandi sconfitte storiche come ce ne sono state in passato. Nello sport succedono. Però sembrava più difficile perdere contro una squadra così».

Al c.t. Mancini cosa direbbe?

«Faccia lui quel che ritiene più giusto. È campione d’Europa, non credo possa essere cambiato tutto».

Gravina deve rimanere?

«Anche lui fa parte dell’Europeo, ingiusto giudicarlo oggi».

Dopo un’eliminazione così è naturale una rifondazione?

«Ci penserà Mancini o chi per lui, un ricambio generazionale servirà».

Dalla finale del Mondiale 2006 a oggi l’Italia non ha più giocato una partita di eliminazione diretta in una Coppa del Mondo: due volte fuori ai gironi e due volte non qualificati. Se ne riparlerà nel 2026, dopo 20 anni. Il nostro calcio è molto in crisi.

«Forse non così tanto, c’è sempre l’Europeo vinto. Nell’ambito del calcio mondiale però qualche problema lo abbiamo, sì». Nel 2026 si qualificheranno 48 squadre per il Mondiale, chissà potremmo farcela anche noi».

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